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    CABINETS OF CURIOSITIES

    30-10-2022 20:14

    Paola Di Lizia

    SERIE TV, EMPORIO, horror, guillermo del toro, anthology,

    CABINETS OF CURIOSITIES

    Per festeggiare degnamente Halloween vi consiglio questa serie antologica creata dal regista Guillermo del Toro che sulla

     

     

     

     

     

     

    LA COLLEZIONE DEGLI ORRORI

     

    Per festeggiare degnamente Halloween vi consiglio questa serie antologica creata dal regista Guillermo del Toro che sulla falsariga dei fasti di Alfred Hitchcock, introduce personalmente otto racconti che spaziano dall’orrore tout-court alla fantascienza. Demoni, streghe, fantasmi, forme aliene, l’immaginazione non si pone limiti e se naturalmente ci sono episodi più riusciti di altri – un regista diverso per ogni episodio - tutti i palati degli estimatori del terrore e del fantastico vengono soddisfatti. Personalmente ho apprezzato la qualità della messa in scena e le scelte attoriali quasi sempre azzeccate e poiché alcune storie mi sono piaciute più di altre ho deciso di fare una classifica dall’episodio che mi ha colpito di meno a quello più coinvolgente.

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    All’ultimo posto “I sogni della casa stregata” uno dei due episodi tratti da un racconto breve di Lovecraft. La storia, ambientata negli anni Trenta del secolo scorso, pur parlando di dimensioni parallele, fantasmi e maledizioni della solita strega, non avvince e non spaventa forse per lo scarso carisma del protagonista, un impalpabile Rupert Grint - il Ron di Harry Potter - o per un tono a tratti “scanzonato” che poco si adatta alla narrazione cupa dello scrittore statunitense. Il settimo posto se lo aggiudica “La visita”. 1979: quattro persone di successo, un produttore discografico, uno scrittore, uno spiritista e un’astrofisica ricevono un invito da un ricchissimo collezionista recluso in una villa isolata per mostrare loro il suo ultimo acquisto. Come nella migliore tradizione le cose non andranno a finire bene per quasi tutti i protagonisti. Il difetto maggiore? Una buona premessa che si chiude con un fastidioso finale aperto. “Il re dei ratti” si aggiudica la sesta posizione e come si evince dal titolo i simpatici roditori la fanno da padroni ed io odio gli abitanti delle fogne! Detto questo la storia è godibile e bravo l’attore protagonista che interpreta uno sfortunato profanatore di tombe. Indebitato fino al collo, deve vincere la sua claustrofobia per raggiungere quel tanto agognato tesoro che gli permetterebbe di cavarsi dagli impicci, ma chi troppo vuole nulla stringe e i suoi sforzi sono destinati al fallimento. L’episodio più breve e il più divertente…a parte i topi!

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    Quinto posto per la prima puntata: “Lotto 36”. Il talentuoso Tim Blake Nelson campa a stento comprando magazzini abbandonati sperando che gli stessi contengano degli oggetti rivendibili ed è proprio rovistando nel Lotto 36 del titolo che si ritrova tra le mani tre libri magici usati per evocare ed intrappolare creature demoniache, ma i tomi valgono poco senza un quarto volume, quello più prezioso per cui un esperto antiquario è disposto a sborsare trecentomila dollari. Storia inquietante macchiata da un finale prevedibile. Ai piedi del podio troviamo “Il modello Pickman” l’altro episodio tratto da Lovecraft che ci fa tornare indietro nel tempo. La storia si svolge infatti tra il 1909 e il 1926 ed ha come protagonista Will Thurber, un Ben Barnes piuttosto in parte, a cui sarà fatale l’incontro con l’eccentrico pittore Richard Upton Pickman - un eccellente Crispin Glover – discendente di un’antica famiglia coinvolta in riti stregoneschi che risvegliano antichi ed oscuri segreti nascosti nella profondità della terra e dell’animo umano. Un viaggio nell’abisso con un finale agghiacciante. La medaglia di bronzo va all’horror fantascientifico “L’autopsia”. Anche qui abbiamo un ottimo attore. F. Murray Abrahm veste i panni del medico legale Carl Winters chiamato dallo sceriffo ed amico di lunga data di una piccola località nella quale si è verificata un’esplosione che ha mietuto diverse vittime. Qualcosa non torna però nella dinamica dell’incidente e le autopsie del dottore non faranno che confermare i dubbi del poliziotto. L’episodio ci riporta alla mente le atmosfere del film di Carpenter “La cosa” e il tocco filosofico-esistenziale dei dialoghi fa meritare a questa puntata il terzo posto. Finale poetico.

    L’apparenza” per un soffio non raggiunge la testa della classifica piazzandosi in seconda posizione. Stacey, una bravissima Kate Micucci, è una timida e dimessa impiegata di banca. Desiderosa di essere accettata dalle colleghe di ufficio “bellone” cade preda delle sirene di un televenditore – un accattivante Dan Stevens – che le promette una miracolosa trasformazione da brutto anatroccolo a cigno, ma i sogni, se si avverano, richiedono inenarrabili sacrifici. Katie guadagna sì l’ammirazione di tutti, ma a quale prezzo? Interessante riflessione sull’essere e l’apparire magistralmente interpretata. Al primo posto troviamo paradossalmente l’ultimo episodio andato in onda “Il brusio”. Anni Cinquanta i due ornitologi Nancy ed Edgar – gli ottimi Essie Davis ed Andrew Lincoln - per uno studio di osservazione si trasferiscono su un’isola remota e si stabiliscono in una casa enorme ed ovviamente la magione è infestata, ma solo la donna sembra accorgersi delle presenze che non si manifestano se non alla fine. Trama ovvia? Forse, ma il racconto denota un notevole scavo psicologico dei personaggi e riesce allo stesso tempo a spaventare con l’espediente del visto non-visto che qui è molto efficace.

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