Nel 2017 il regista franco-canadese Denis Villeneuve è riuscito a fare qualcosa di impossibile: mettere mano e dirigere un sequel dei uno dei più importanti film di fantascienza, anzi uno dei più importanti film della storia del cinema tout-court, Blade Runner di Ridley Scott e a non fallire miseramente. Vediamo, dunque, in quali casi ha fatto meglio dell’originale e in quali casi, invece, l’originale è rimasto insuperato.

La rappresentazione del futuro.
Meglio: Blade Runner 2049
Avvantaggiato da una tecnologia cinematografica più avanzata, Blade Runner 2019 fa un lavoro migliore dell’originale soprattutto nella rappresentazione della struttura sociale con un’estrema differenziazione tra l’opulenta e ipertecnologizzata vita cittadina e l’estrema povertà delle periferie ed un’intrigante ambientazione post apocalittica.

L'impatto culturale.
Meglio: Blade Runner
Il design, la musica, la commistione tra film-noir e fantascienza, hanno trasformato Blade Runner, uscito nelle sale nel 1982 e a dispetto dell’iniziale tiepida accoglienza, in uno dei punti di riferimento per il cinema successivo. Con dialoghi e monologhi tra i più citati e conosciuti.

Il protagonista principale.
Meglio: Blade Runner 2049
L'agente K è un personaggio più interessante di Rick Deckard. Ridley Scott, in effetti, ha concentrato i suoi sforzi più sulla resa formale che sullo sviluppo del protagonista. È difficile così per lo spettatore immedesimarsi o parteggiare per Decker. È invece più semplice empatizzare con l’agente K. Un ragazzo sì triste e solitario, ma più umano e disposto al sacrificio.

Il finale sospeso.
Meglio: Blade Runner
Entrambi i film finiscono con una rivelazione sorprendente. Il primo si conclude con la scoperta che (forse) Deckard è un replicante lasciando lo spettatore ad interrogarsi sulla realtà e sulla natura umana/robotica.
Mentre il secondo, pur avendo una doppia sorpresa, (K è il “bambino zero” figlio di Rachel? No, il prescelto è una prescelta i cui ricordi erano stati impiantati nella mente dell’agente della polizia di Los Angeles). Quindi i dubbi che rimangono sono pochi.

La storia d’amore.
Meglio: Blade Runner 2049
In entrambi i film il protagonista è coinvolto romanticamente con un A.I. (intelligenza artificiale). Se la liason Rick/Rachel risulta forzata e poco coinvolgente (sin dal primo incontro si sa dove si andrà a parare), al contrario il rapporto che K ha con Joy, una moglie virtuale sebbene triste, è piuttosto realistica nel suo sviluppo.

La resa dei conti.
Meglio: Blade Runner
Come la maggior parte dei film le due pellicole hanno un pre-finale che vede confrontarsi protagonista ed antagonista.
Nel sequel, banalmente, K intercetta la navicella dove si trova prigioniero Deckard e dopo aver lottato con Luv che lo ferisce mortalmente, inscena la morte dell’ex blade runner per evitare che Wallace lo catturi.
Nell’originale Roy Beatty, il Nexus 6 replicante di generazione avanzata con soli 4 anni di vita, dopo aver ucciso il suo creatore si batte con Deckard. Mentre esala l’ultimo “respiro”, spiega, in un indimenticabile ed emozionante monologo, le difficoltà affrontate dai replicanti non più macchine ubbidienti, ma “esseri” senzienti e capaci di prendere decisioni autonome.